Collocazione delle licenze Creative Commons.
Collocazione delle licenze Creative Commons. Le licenze Creative Commons si collocano a metà strada tra le licenze per il software proprietario e il pubblico dominio. Le licenze CC più permissive sono considerate licenze per il software libero dalla FSF
Una Licenza CC (Creative Common) può essere utilizzata quando un autore vuole concedere ad altri il diritto di usare o modificare un’opera che lui stesso (l’autore) ha creato. CC permette all’autore di scegliere le modalità di utilizzo (per esempio può permettere solo un uso non commerciale di una determinata opera) e protegge le persone che usano o diffondono un’opera di altri dalla preoccupazione di infrangere il diritto d’autore, purché siano rispettate le condizioni specificate dall’autore stesso nella licenza.
Logo di Creative Commons.
Logo di Creative Commons.
Vi sono diversi tipi di Creative Commons. Le licenze differiscono per numerose combinazioni che condizionano i termini per la loro distribuzione. Furono inizialmente messe in rete il 16 dicembre 2002 da Creative Commons (CC), un’organizzazione non a scopo di lucro statunitense fondata nel 2001 da Lawrence Lessig, professore di diritto all’Harvard University.
Queste licenze si ispirano al modello copyleft già diffuso negli anni precedenti in ambito informatico e possono essere applicate a tutti i tipi di opere dell’ingegno. In sostanza rappresentano una via di mezzo tra copyright completo (full-copyright) e pubblico dominio (public domain): da una parte la protezione totale realizzata dal modello all rights reserved (“tutti i diritti riservati”) e dall’altra no rights reserved (“assenza totale di diritti”), basandosi dunque sul concetto some rights reserved (“alcuni diritti riservati”): in questo senso è quindi l’autore di un’opera che decide quali diritti riservarsi e quali concedere liberamente.
Le licenze Creative Commons, giunte nel novembre 2013 alla versione 4.0, sono idealmente strutturate in due parti: la prima parte indica le libertà concesse dall’autore per la propria opera; la seconda, invece, espone le condizioni di utilizzo dell’opera stessa.
Le libertà sono:
Simbolo | Condizione | Descrizione |
---|---|---|
Condividere To Share | Libertà di copiare, distribuire o trasmettere l’opera. | |
Rielaborare To Remix | Libertà di riadattare l’opera. |
Le condizioni di utilizzo dell’opera, anche dette clausole, sono quattro e a ognuna è associato un simbolo grafico allo scopo di renderne più facile il riconoscimento:
Simbolo | Sigla | Condizione | Descrizione |
---|---|---|---|
BY | Attribuzione Attribution | Permette che altri copino, distribuiscano, mostrino ed eseguano copie dell’opera e dei lavori derivati da questa a patto che venga indicato l’autore dell’opera, con le modalità da questi specificate. Ad esempio, potrebbe essere richiesto a chi cita un’opera di indicare oltre all’autore anche il link al sito web dell’opera o dell’autore. | |
NC | Non commerciale Non-Commercial | Permette che altri copino, distribuiscano, mostrino ed eseguano copie dell’opera e lavori derivati da essa o sue rielaborazioni, solo per scopi non commerciali. | |
ND | Non opere derivate No Derivative Works | Permette che altri copino, distribuiscano, mostrino ed eseguano soltanto copie identiche (verbatim) dell’opera; non sono ammesse opere derivate o sue rielaborazioni. | |
SA | Condividi allo stesso modo Share-Alike | Permette che altri distribuiscano lavori derivati dall’opera solo con una licenza identica (non maggiormente restrittiva) o compatibile con quella concessa con l’opera originale (vedi anche copyleft). |
Ognuna di queste quattro clausole individua una condizione particolare a cui il fruitore dell’opera deve sottostare per poterne usufruire liberamente. Combinandole si ottengono sedici possibili combinazioni, di cui undici sono licenze CC valide, mentre le altre cinque non lo sono. Di queste ultime, quattro includono sia la clausola ND (No Derivative Works) sia quella SA (Share-Alike) che sono mutuamente esclusive, mentre una non è valida perché non contiene né la ND né la SA.
Delle undici combinazioni valide, le cinque che non presentano la clausola BY (Attribution) sono state ritirate perché richieste da meno del 3% degli utenti; rimangono tuttavia disponibili per la consultazione sul sito di Creative Commons.
Quindi le licenze Creative Commons in uso sono sei più la CC0 (o pubblico dominio):
Simboli | Sigla | Descrizione |
---|---|---|
CC BY | Permette di distribuire, modificare, creare opere derivate dall’originale, anche a scopi commerciali, a condizione che venga riconosciuta una menzione di paternità adeguata, fornito un link alla licenza e indicato se sono state effettuate delle modifiche. | |
CC BY-SA | Permette di distribuire, modificare, creare opere derivate dall’originale, anche a scopi commerciali, a condizione che venga riconosciuta una menzione di paternità adeguata, fornito un link alla licenza e indicato se sono state effettuate delle modifiche; e che alla nuova opera venga attribuita la stessa licenza dell’originale (quindi a ogni opera derivata verrà consentito l’uso commerciale). Questa licenza, per certi versi, può essere ricondotta alle licenze “copyleft” del software libero e open source. | |
CC BY-ND | Permette di distribuire l’opera originale senza alcuna modifica, anche a scopi commerciali, a condizione che venga riconosciuta una menzione di paternità adeguata e venga fornito un link alla licenza. Quindi non consente la distribuzione di opere modificate, remixate o basate sull’opera soggetta a questa licenza. | |
CC BY-NC | Permette di distribuire, modificare, creare opere derivate dall’originale, ma non a scopi commerciali, a condizione che venga: riconosciuta una menzione di paternità adeguata, fornito un link alla licenza e indicato se sono state effettuate delle modifiche. Chi modifica l’opera originale non è tenuto a utilizzare le stesse licenze per le opere derivate. | |
CC BY-NC-SA | Permette di distribuire, modificare, creare opere derivate dall’originale, ma non a scopi commerciali, a condizione che venga: riconosciuta una menzione di paternità adeguata, fornito un link alla licenza e indicato se sono state effettuate delle modifiche; e che alla nuova opera venga attribuita la stessa licenza dell’originale (quindi a ogni opera derivata non verrà consentito l’uso commerciale). | |
CC BY-NC-ND | Questa licenza è la più restrittiva: consente soltanto di scaricare e condividere i lavori originali a condizione che non vengano modificati né utilizzati a scopi commerciali, sempre attribuendo la paternità dell’opera all’autore. |
Collocazione delle licenze Creative Commons.
Collocazione delle licenze Creative Commons. Le licenze Creative Commons si collocano a metà strada tra le licenze per il software proprietario e il pubblico dominio. Le licenze CC più permissive sono considerate licenze per il software libero dalla FSF
CC0, anche detto CC Zero, annunciato nel corso del 2007 e reso disponibile al pubblico nel 2009, è uno strumento, definito anche protocollo, dotato di valore legale, per rinunciare al copyright sull’opera in tutto il mondo. Questo strumento, che non è una licenza, colloca il materiale nel pubblico dominio nelle giurisdizioni in cui è possibile, intendendo l’espressione “pubblico dominio” nel senso più ampio consentito dalla legge; nelle altre giurisdizioni, rinuncia al maggior numero di diritti possibile tramite una semplice licenza permissiva.
A livello globale, poche giurisdizioni consentono l’attribuzione al pubblico dominio delle opere di coloro che intendono operare in favore dell’ampliamento del sapere pubblico. Spesso risulta complesso, se non impossibile, rinunciare ai propri diritti morali, in quanto automaticamente applicati dalla quasi totalità delle giurisdizioni nazionali. Rispetto al concetto di pubblico dominio, la licenza CC0 si propone di annullare le ambiguità dovute alle differenti legislature locali, con un’attribuzione che rappresenti su scala globale la rinuncia a qualsiasi tipo di diritto autoriale. Per tali scopi non è stata adattata a nessuna legislazione specifica.
Appare chiaro come il progetto CC Zero sia fortemente influenzato dal diritto anglosassone e ancor più da quello statunitense, in cui le possibilità di “rinunciare” ai diritti su un’opera sono decisamente maggiori - in numero e ampiezza - rispetto all’ordinamento giuridico italiano.
Le aziende il cui centro commerciale si concentra sullo sviluppo di software open source utilizzano una varietà di modelli di business per risolvere la sfida di come fare soldi fornendo software che è per definizione concesso in licenza gratuitamente. Ciascuna di queste strategie aziendali si basa sulla premessa che gli utenti di tecnologie open source sono disposti ad acquistare funzionalità software aggiuntive con licenze proprietarie o ad acquistare altri servizi o elementi di valore che integrano il software open source che è fondamentale per il business.
Esistono diversi tipi di modelli di business per realizzare profitti utilizzando software open source (OSS) o finanziare la creazione e lo sviluppo e la manutenzione continui. Di seguito è riportato un elenco degli attuali modelli di business commerciali legali e esistenti nel contesto del software open source e delle licenze open source. L’accettazione di questi approcci varia; alcuni di questi approcci sono consigliati (come open core e servizi di vendita), altri sono accettati, mentre altri ancora sono considerati controversi o addirittura non etici dalla comunità open source.
Risulta evidente che le opportunità di business sono moltissime e ne sono state riportate solo alcune. Se vuoi approfondire l’argomento, in questa pagina puoi trovare tutte le spiegazioni dettagliate con esempi di ogni modello di business.